Primo Levi, scrittore piemontese riconosciuto a livello internazionale, ha scritto moltissimi racconti di fantascienza, genere di cui è stato estimatore e sistematico fruitore.
Il MUFANT ospita una sezione permanente dedicata ai racconti di fantascienza di Primo Levi.
Primo Levi, a differenza di altri scrittori italiani della sua generazione, non aveva pregiudizi di casta e non esitava ad autodefinirsi “scrittore di fantascienza”. Nei suoi racconti compaiono descrizioni di catastrofi ecologiche – Ottima è l’acqua –, anticipazioni di macchine pensanti – A fin di bene, Il versificatore –, storie di robot e androidi – I sintetici, Il servo -, rapporti con altre forme di vita – Visto di lontano, L’intervista –, rappresentazioni post-umane – Protezione, Lumini rossi.
Volendo ribadire che la fantascienza era una componente imprescindibile della sua identità di scrittore, era solito ricorrere all’immagine del centauro, che ben descrive le sue due culture, quella umanistico-letteraria e quella tecnico-scientifica.
Lettore di fantascienza fin dalla giovinezza, amava i classici del genere come H. G. Wells, Aldous Huxley, Ray Bradbury. Nella sua antologia personale – La ricerca delle radici (1981) – un posto di primo piano spettava al precursore J. Swift e ai novecenteschi A. Clarke e Fredric Brown.
Il rapporto di Primo Levi con la fantascienza è al centro di una importante intervista da lui rilasciata alla Rai in occasione della messa in onda di un adattamento televisivo del suo racconto Il versificatore, nel 1971.
La sezione espositiva presenta il contributo dell’autore al genere fantascientifico, evidenziandone il minimo comune denominatore con la fantascienza popolare novecentesca, tra fumetto, pulp magazine, cinema e serie televisive.
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